Incontro con l’Istituto ISI Sandro Pertini
di Luca Maria Gallotti, docente di AETP
Lucca, 14 febbraio 2017
Il tepore quasi primaverile che trovo nell’elegante amata città mi introduce nell’istituto scolastico ISI Sandro Pertini: sono arrivato a Lucca per la presentazione alle classi quinte dell’Accademia Europea Tutela Privata.
Quale sia la natura del pubblico partecipante è informazione che ogni speaker prima di ogni altra cosa definisce per poter adattare il proprio stile comunicativo ed ottener la maggior efficacia possibile. Sto per incontrare studenti, categoria che così definita risulta assai vasta e dunque rappresenta un pubblico che non riesco ad inquadrare: è come dire “incontrerai un pubblico di uomini, o di donne”… troppo generico.
Così provo ad immaginare di incontrare qualche decina di amiche e amici di mia figlia, pensiero inquietante, e faccio il mio ingresso nell’Istituto.
Atmosfera gioiosa, professori e vicepreside cordiali e gentili, appronto il materiale per la presentazione, ed… eccoli. Il mio pubblico fa il suo ingresso, sospettoso mi sento osservato, scansionato, annusato.
Primo obiettivo portare qualcuno nelle prime file, lasciate vuote, e così c’è modo di innescare qualche dinamica che rompe il ghiaccio e ci consente, loro e me, di cominciare ad avere un minimo rapporto.
Il silenzio dato dalla diffidenza prevale sulla voglia di parlare con il vicino, tranne per il gruppo in fondo al alla mia sinistra, che sta con molta evidenza consultandosi per il compito in classe che ci sarà una volta che avrò terminato.
Si parte. Una slide dopo l’altra mi inoltro nell’argomento. Ascoltano e osservano, ma siamo lontani: capiscono, però non ho ancora trovato la parola magica, quella che in ogni presentazione dà allo speaker la netta sensazione che da quel preciso momento, da quando è stata pronunciata, sono tutti agganciati e si domandano “quando mi dirà ciò che sto aspettando?”
Percepisco che la curva dell’attenzione sta pericolosamente cadendo, qualcuno comincia a distrarsi, finalmente la magia: ho finito di presentare l’Accademia, l’obiettivo che si propone, le capacità richieste, la trasformazione che i cadetti vivranno diventando leader, il vasto e molto completo percorso formativo e pronuncio le parole “reale sbocco lavorativo” e la magia accade.
Presentazione finita, inversione dei ruoli, domande incalzanti, richieste reali e pratiche, visioni e sogni che si materializzano in aula magna: è bellissimo vivere la passione della necessità di avere chiarezza su qualcosa che improvvisamente si materializza nel loro futuro di ragazzi e ragazzi che sicuramente ragionano, masticano e cercano di digerire le difficoltà che intravedono, molto più di quello che noi adulti immaginiamo. Ed è bello vivere tutto questo con la consapevolezza che le risposte tranquillizzano, completano e rassicurano.
Cosa significa risk manager?
Cosa fa il risk manager?
Dove, chi impiega un risk manager?
Quanto guadagna all’inizio della sua carriera un risk manager?
Dove si pratica il tirocinio previsto in Accademia tra il primo ed il secondo anno?
Così la progressione delle domande percorre a ritroso tutti gli argomenti: quali le materie che troveranno riconoscimento come crediti universitari, quali le certificazioni che si potranno inserire nel curriculum vita, quali le prove di ammissione.
Rispondendo mi rendo conto ancora una volta della concretezza dell’opportunità che l’Accademia Europea Tutela Privata effettivamente offre, non che prima non lo fosse: proprio il riscontro pratico con i progetti, le attese, le visioni di questi diciottenni che ho davanti la rende viva e quasi palpabile.
Sono fiero di essere venuto a trovarvi, studenti dell’ISI Sandro Pertini di Lucca, sono orgoglioso di aver ricevuto tutte le vostre domande, sono certo che vedrò qualcuno di voi all’inaugurazione dell’anno accademico 2017/2018.
A presto